4.c) Scienza cognitiva e prove d'intelligenza
4.c.1. Eredità biologica e carattere predeterminato
È importante sottolineare che avere un carattere ereditario non significa che esso sia in rapporto lineare e neanche che sia predeterminato. La combinazione di geni può dar luogo a numerose possibilità.
A tal fine basti ricordare che i fiori rosa possono avere discendenti rossi, rosa o bianchi nei tipici esempi delle leggi di Mendel.
Il riquadro riguardante la concordanza fra gemelli identici e fratelli gemelli ci aiuterà ad apprezzare la differenza più chiaramente.
Il paragone fra queste percentuali di concordanza ci consente non solo di differenziare perfettamente fra ciò che è genetico e ciò che è predeterminato, ma anche di dedurre informazione sul numero di cromosomi coinvolti ed il numero di possibili espressioni differenti o caratteri.
Per esempio, sembra che il gruppo sanguineo dipenda da un unico cromosoma, mentre la schizofrenia dipenderebbe da vari, forse sei o sette, anche se risulta difficile saperlo solo con questi dati. Anche per il caso della schizofrenia l'ereditarietà da genitori a figli sarà molto bassa nonostante una concordanza genetica del 69%.
Non viene presentata la concordanza dell'intelligenza in quanto cambia in base ai diversi studi. Tuttavia, stando ai dati medi, direi che si trova principalmente in un cromosoma.
4.c.2. Caratteristiche delle abilità intellettuali
Un'ulteriore problema, come abbiamo potuto constatare, è la stessa definizione di intelligenza. Tuttavia non è così grave come potrebbe sembrare, il fatto che l'intelligenza possa essere formata da diverse facoltà elementari più o meno indipendenti, non significa che non possano essere ereditarie. Non solo, se risulta che un gruppo di loro possiede questo carattere, molto probabilmente lo possiederanno tutte.
D'altra parte la mancanza di una definizione dell'intelligenza generalmente accettata comporta un serio inconveniente, poiché sono convinto che esistano molte forme di abbordare questo concetto. Ciononostante, un modo di evitare questa discussione bizantina è quello di capovolgere il concetto affinché si adatti ai fini generici dello studio: ci si riferirà all'intelligenza come all'insieme delle facoltà misurate dai cosiddetti test d'intelligenza.
Successivamente, possiamo analizzare se i risultati dello studio EDI sono risultati standard.
4.c.3. Variabile continua
L'intelligenza è una variabile di natura continua, ciò che rende difficile l'analisi quantitativa della sua ereditarietà.
In genere gli studi realizzati su variabili continue si basano sul trattamento delle stesse come somma di variabili discrete più elementari. Occorre tenere in conto che, in linee generali, il cambiamento di variabili continue non è facilmente paragonabile all'idea di cambiamento per mutazioni aleatorie.
L'intelligenza può essere intesa come la somma di funzioni relazionali come sopra / sotto, maggiore /minore, generale / particolare, ecc. Sebbene l'apparizione di una nuova relazione possa intendersi dovuta a cause aleatorie, può risultare incomprensibile che il miglioramento o la maggior precisione di una relazione esistente possa prodursi in modo simile.
4.c.4. Prove d'intelligenza
Nel calcolo di queste capacità mediante prove d'intelligenza ci troviamo di fronte ad un grande problema dovuto al fatto che l'espressione delle stesse è influenzata dal momento in cui si realizza.
La stanchezza, lo stato d'animo ed altri, molteplici fattori possono influire significativamente sull'espressione con risultati diversi da un giorno all'altro o fra l'inizio o la fine di uno stesso giorno.
Il secondo grande problema è che ogni calcolo utilizza una prova d'intelligenza specifico e particolare e che i risultati possono variare notevolmente a seconda del fatto che l'individuo abbia realizzato precedentemente una prova d'intelligenza simile o a seconda della simpatia o affinità culturale con lo stesso, anche se, se ben disegnato, questo aspetto dovrebbe essere ridursi di molto.
Nei dati utilizzati dallo studio longitudinale per l'analisi statistica inclusa nell'annesso, le correlazioni fra le diverse misurazioni di ogni figlio sono molto basse. Il massimo è un 33%, nonostante siano misurazioni sulle stesse persone.
Una conclusione semplice sarebbe pensare che queste capacità non siano stabili nel corso della vita e che siano influenzate dall'ambiente. Alcuni esperti, tuttavia, credono che esista una grande stabilità delle capacità nel corso della vita, specialmente dai 6 anni in poi.
Da parte sua il linguaggio, come espressione dell'inconscio collettivo, considera che l'intelligenza sia una qualità fissa, poiché si usa il verbo “essere” e non il verbo “avere” in espressioni del tipo “Questa persona è molto intelligente.”